Oltre il disagio, verso una nuova centralità della montagna

centralità della montagna camaldoliServono interventi urgenti ed importanti per sostenere la montagna e le zone rurali; in questo periodo le nostre zone montane si sono trovate in grave disagio, dalla Garfagnana all'aretino ci sono stati black out elettrici in alcuni casi per più giorni di seguito. Persone al freddo, persone bloccate in casa senza possibilità di telefonare o comunicare. Nuove frane e nuove zone sono esondate isolando talvota famiglie e interi paesi, uno scenario inaccettabile nel 2021 dove tutte le zone devrebbero avere pari dignità e diritti. Come al solito si cerca di ascrivere il disagio a fenomeni metereologici straordinari, che ormai, ripetendosi costantemente, non sono più tali. Pertanto dobbiamo agire immediatamente per mettere in sicurezza il territorio, investire per dare servizi migliori a chi ha scelto di vivere nelle zone rurali, sostenere i Sindaci dei piccoli borghi che molte volte si trovano ad affrontare, con scarse risorse, fenomeni veramente importanti. Eugenio Giani, Presidente della Regione, ha impostato la sua campagna elettorale sulla narrazione della "Toscana diffusa"; è ora giunto il momento di applicare seriamente questo concetto evitando che continuino ad esistere territori di serie A e territori di serie B, come giustamente puntualizzano alcuni Sindaci.Gli amministratori locali, in preda alla disperazione, dettata da territori ingovernabili con così poche risorse, dove spesso si rischia anche la vita, chiedono a gran voce che governo e regione giochino a carte scoperte e svelino che progetti hanno per queste aree
 
Oggi la montagna è il luogo su cui investire soprattutto in agricoltura, silvicoltura, pastorizia che sono le uniche attività dal cui abbandono si é determinato questo disastro, ricordiamo a Giani il suo impegno ad istituire un premio giovani per aprire aziende agricole del 100% a fondo perduto Da qui si deve ripartire perchè, come sottolinea anche la comunità scientifica, le montagne sono le aree che meglio possono sopportare il cambiamento climatico, se opportunamente amministrate  e gestite. Serve oggi un progetto integrato che parta dalla messa in sicurezza, la ricostruzione delle filiere economiche locali e durevoli, rilancio delle zone protette, la difesa degli ecosistemi, una nuova mobilità leggera e sostenibile e ovviamente una governance che progetti a lungo termine puntando gli occhi almeno al 2050, ma seguendo le emergenze dettate dall'agenda 2030, interrompendo immediatamente interventi destrutturati e senza respiro che come al solito non portano giovamento alle comunità locali ma solo alle solite tasche. Che si apra immediatamente un tavolo serio in regione che vada in questa direzione e coinvolga i territori, le forze politiche, le associazioni e tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questa regione che fonda le sue radici su un territorio prevalentemente rurale, instaurando un nuovo rapporto città montagna, come asuspica anche l'importante "Manifesto di Camaldoli per una nuova centralità della montagna" promosso dalla Società dei Territorialisti.
 

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