Giorgia Meloni e l'antica arte della smorfia. Si nasconde per non vedere la realtà.

Giorgia Meloni, attuale Presidente del Consiglio, prosegue nella sua navigazione attraverso le acque parlamentari con un timone che sembra più appartenere a un bar che a una sala istituzionale. Questo suo modo di fare, indubbiamente parte di una ben calibrata strategia politica, riecheggia le mosse di un predecessore illustre, Silvio Berlusconi, che – dobbiamo ammetterlo – giocava questa partita con un certo stile in più.
 
La Presidente ha chiaramente intuito come un pizzico di irriverenza, un approccio quasi da eterno Gianburrasca, possa essere la chiave per mantenere saldo il suo seguito. In Italia, coloro che si ritrovano in questa sua modalità sono legione. La dinamica quasi fanciullesca, trascinata sin dai tempi in cui, dall'opposizione, alimentava il fuoco del populismo con proposte ora palesemente inattuabili, pare essere la sua firma.
 
Eppure, questo navigare a vista, questa maschera di basso cabotaggio, sembra destinata a perdere colore e convincimento. Forse non subito in Italia, ma certamente sulla scena internazionale, dove comportamenti simili erodono preziosi punti di leadership in tempi in cui la nostra presenza conta più che mai.
 
Mi domando se Giorgia Meloni sia veramente capace di liberarsi da queste vesti, nonostante gli sforzi di mostrarsi come un politico moderato, diplomatico e competente. L'abito istituzionale sembra stretto, quasi un dispetto, e il ritorno al ruolo di 'monella' populista e rivoluzionaria le si confà maggiormente.
 
Concludo questo post con un proverbio che sembra calzare a pennello: "Un asino può anche fingersi cavallo, ma prima o poi raglia". E tu, che ne pensi? Se ti va, condividi il tuo punto di vista nei commenti. Alla prossima.

 

 

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