Dalla Toscana Felix alla Toscana Disneyland del Rinascimento... verso la Toscana del Buon Vivere

Scrivo questo articolo a pochi giorni dalle elezioni europee del 2024, che avvengono in concomitanza con le elezioni amministrative di alcune delle città più importanti della Toscana, tra cui Firenze, la nostra amata capitale. In questo periodo, ho viaggiato molto per la Toscana, sia per accompagnare Ignazio Marino, candidato con Alleanza Verdi Sinistra, sia per fare campagna elettorale. Ho spesso dovuto affrontare critiche riguardo il centro-sinistra toscano e su come la Toscana stia peggiorando giorno dopo giorno, al di là del marketing politico messo in campo.

Per molti, a livello nazionale, la Toscana è vista come un punto di riferimento, ma vorrei evidenziare come questa percezione sia fallace. Partiamo dal dopoguerra per dimostrare la mia tesi: Firenze e la Toscana hanno rappresentato per lungo tempo un baluardo del governo del Partito Comunista Italiano (PCI), con percentuali di consenso, in molte zone, quasi plebiscitarie. Il PCI, nel tentativo di dimostrare la propria superiorità politica rispetto agli altri partiti e per differenziarsi nettamente, implementava politiche di buon governo del territorio che avevano anche un forte valore propagandistico. Queste politiche hanno garantito una gestione efficiente e sostenibile della regione, consegnando Firenze e la Toscana in uno stato di grande benessere alle generazioni successive.

La Decadenza Dopo la Caduta del Comunismo

Alberto Asor Rosa, in un celebre articolo, ha descritto questa condizione quasi idilliaca con l’espressione “Toscana Felix”, sottolineando come i successori abbiano ereditato un vero e proprio paradiso amministrativo. Tuttavia, dalla caduta del comunismo (1989), le cose hanno iniziato a cambiare radicalmente. Senza la contrapposizione tra blocchi, la "concorrenza" politica è venuta meno, portando, come avrebbe detto Gaber, a un progressivo abbassamento degli standard. Questo declino ha raggiunto il culmine nel periodo "renziano", che ha spinto per trasformare la Toscana e Firenze in una sorta di “Disneyland del Rinascimento” e paradiso paesaggistico da vetrina.

La Toscana, un tempo avanzata a livello di giustizia sociale e paesaggistica, è diventata un prodotto da vendere al marketing turistico, una bellissima vetrina per il lusso e un prodotto "pret a manger" per il business della speculazione edilizia. Questo fenomeno ha avuto un ritardo rispetto ad altre regioni, ma la Toscana, che basa molta della sua economia sul turismo, e quindi spesso sull'apparenza, ha visto apparentemente conservata questa eredità. Tuttavia, i nostri paesi, i nostri comuni, e la nostra identità sono stati profondamente svuotati e levigati per favorire il profitto e la speculazione. Abbiamo preservato le forme per perdere i contenuti e con essi la nostra identità fatta di riti, fondamentali per abitare il tempo, cultura e attività economiche piccole ma diffuse pertanto desuete per il modello economico globalista.

La Toscana Oggi: tra devastazioni ambientali e sociali

La Toscana dei paesi, dei borghi, delle città con le case del popolo piene di fermento è diventata la Toscana prodotto turistico, la Toscana dell'individualismo, dove il suo proverbiale senso civico sta scomparendo. La nostra cultura e storia, di cui il nostro popolo è sempre stato protagonista, vengono sacrificate sull'altare della globalizzazione neoliberista. Questa regione, che ha visto gli Etruschi dare un notevole impulso nel trasformare Roma da un piccolo insediamento a una vera e propria città-stato, è oggi ridotta a un simbolo del marketing turistico.

Passando alla situazione attuale, oltre alle problematiche sociali, la Toscana è tempestata da problematiche ambientali: la devastazione delle Alpi Apuane, la questione Keu, il rischio idrogeologico elevato, le alluvioni sempre più ricorrenti, la scarsa qualità dell'aria in molte zone, i Pfas, i pesticidi e le monocolture senza fine, fino ai SIN mai bonificati di Livorno, Massa, Piombino e Orbetello, e grandi opere inutili come la funivia della Doganaccia sull'Appennino tosco-emiliano. Le vertenze sono molte di più, ma non le cito tutte per cercare un po' di sintesi e non perché non le ritenga importanti.

Verso la Toscana del Buon Vivere

Come portavoce regionale di Europa Verde-Verdi, ho cercato di influenzare e dialogare molte volte con l'amministrazione Giani, partendo proprio dalla questione apuana, ma la risposta ottenuta è stata solo la richiesta di un aumento dell'escavazione del 5%. Insomma, una situazione insostenibile che ha visto, solo qualche anno fa, la nascita di oltre 200 comitati in tutta la regione, una costellazione di scontento e necessità di un ritorno alla Toscana Felix, che rimane ancora oggi inascoltata o frammentata in varie forze politiche spesso in contraddizione.

Noi proponiamo la costruzione, o meglio, la ricostruzione della Toscana del Buon Vivere, mettendo in campo una seria politica che torni a governare l'economia anziché esserne governata. Prendiamo come punto di riferimento il Buon Vivere dei cittadini, dimenticato da tutto e da tutti, in primis dalla politica. Lancio, in conclusione di questa analisi, la necessità di un convegno per il prossimo autunno, dove si mettano a nudo le criticità e si inizi a riflettere su quali politiche sono necessarie per costruire la Toscana del Buon Vivere. Chi fosse interessato può scrivermi alla mia mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Un caro saluto a tutti e tutte.

No comments

Leave your comment

In reply to Some User
Seguimi anche su: