"Apprendiamo con stupore dell’iniziativa promossa da “Difendere Lucca” per intitolare una via a Sergio Ramelli. Un’operazione che, al di là della tragedia personale, si inserisce in un chiaro tentativo revisionista e provocatorio.
Prima di pensare a intitolazioni simili, pretendiamo che ogni città italiana, compresa Lucca, dedichi una via, una piazza o un luogo pubblico ad ognuna delle 85 vittime della strage neofascista alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 — una delle più sanguinose e vili pagine della storia repubblicana, compiuta da estremisti neri neofascisti, accertata da sentenze definitive.
Ogni volta che la destra torna a rievocare singoli episodi degli anni di piombo, lo fa con un preciso scopo: distogliere l’attenzione dai fallimenti quotidiani delle proprie politiche. A Lucca, dove la giunta ha prodotto poco o nulla in termini di giustizia sociale, sostenibilità ambientale e partecipazione democratica, si cerca visibilità strumentalizzando la memoria.
Così come a livello nazionale, il governo Meloni preferisce alimentare una narrazione vittimista e nostalgica, piuttosto che occuparsi del carovita, della sanità pubblica al collasso o della precarietà diffusa.
La memoria non si usa come arma politica. La memoria va coltivata con verità e giustizia. E la verità storica dice che il terrorismo neofascista ha lasciato una scia di sangue ben più ampia e terrificante di quella che oggi alcuni cercano di offuscare."