riporto molto volentieri questa riflessione di Cinzia Mammolotti rispetto all' invasione del Monte Amiata.
AMIATA : La Montagna Madre
L’Amiata è da sempre considerata una delle zone più affascinanti del sud della Toscana . Ricca di biodiversità possiede uno dei bacini idrici più importanti del centro Italia che rifornisce circa 700.000 persone, acque calde e centri termali conosciuti e apprezzati in tutta Europa. Ha 5 riserve naturali , siti di interesse regionale e comunitario nelle varie zone a tutela di aree di pregio naturalistico-ambientale; è ricoperta fino alla parte alta del cono vulcanico da una faggeta naturale tra le più significative d’Europa. Ha sviluppato in passato una economia legata al turismo, all’artigianato , ai prodotti locali, agroalimentari. Ha attratto e continua ad attrarre visitatori e turisti non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per la sua
arte, storia, cultura, borghi medievali, rocche, castelli. E’ una terra di grande spiritualità, monasteri, chiese, abbazie, eremi; meta di pellegrinaggio (la via Francigena). Possiede rilevanti siti archeologici dal paleolitico agli etruschi; siti di epoca romana . L’Amiata è definita fin dall’antichità la Montagna Madre per la ricchezza delle sue risorse, la montagna che nutre, accoglie, ristora; apprezzata da Papi, Re, Imperatori. Era candidata in passato dalla Regione Toscana a diventare un Parco Nazionale a tutela e valorizzazione delle enormi risorse ambientali , storiche e culturali.
Le Centrali Geotermoelettriche : Tra degrado e perdita di valore
Eppure l’Amiata , nonostante i forti vincoli , la ricchezza di risorse primarie , sta subendo pesanti aggressioni . Tra le cause principali di tale degrado ambientale, paesaggistico e culturale vi è lo sfruttamento del vapore per la produzione di energia geotermica . La Regione Toscana ha deciso di trasformare il territorio del M.Amiata nel 2° polo industriale geotermico. Sono 5 le centrali flash (Enel) già realizzate tra le più inquinanti (trivellazioni profonde fino a 4.000 metri )per un totale di 120MW. Altre 5 in arrivo di cui 2 ad alta entalpia e 3 a ciclo binario pur sempre con tecnologie inadeguate. Gia’ accertati i danni all’acquifero, alla qualità dell’aria, alla salute umana; rilevante il fenomeno della subsidenza , del dissesto idrogeologico e della sismicità indotta. Le centrali , con il loro forte impatto sul territorio, non si conciliano con l’identità dei luoghi, con il paesaggio di eccellenza, con le attività economiche agricole,turistiche o di piccolo e medio artigianato , rischiano ,anzi , di compromettere la vocazione stessa dell’intera area .
La Geotermia Elettrica Industriale : Non Rinnovabile Né Pulita
Studi e dati ufficiali confermano inoltre che la geotermia elettrica industriale è una fonte energetica altamente climalterante e non pulita. Le centrali emettono anidride carbonica e metano in quantità in certi casi superiori a una centrale a combustibili fossili. Nella sola area dell’Amiata ( dati Arpat 2014/2016 con filtri Amis attivi ) le centrali emettono annualmente 539.543 tonnellate di C02, 10.968 ton. di metano, 672 tonn. di acdo solfidrico, 244 kg di mercurio, 46,5 kg di arsenico,1.186 tonnellate di ammoniaca che si trasforma per il 20% in particelle sottili PM 2,5 e PM 10. Si aggiunga inoltre che non può definirsi rinnovabile poiché necessita di pozzi 3000/4000 metri dalla durata media di circa 20/30 anni , dopo di che servono nuove perforazioni. Appare quindi evidente che la geotermia elettrica industriale non debba usufruire degli incentivi governativi a favore invece della bassa entalpia e di una produzione energetica realmente rinnovabile come la drammatica situazione del Pianeta esige, senza oltretutto apportare vantaggi economici. Le zone geotermiche, infatti, sono le più povere e sottosviluppate della Toscana.
PER UN MODELLO ECONOMICO DUREVOLE E PARTECIPATO DEL MONTE AMIATA
Riteniamo che l’Amiata, che ha forgiato l’ identità e il senso di appartenenza degli amiatini , meriti il rispetto e l’attenzione che le politiche locali e Regionali le continuano a negare utilizzandola come merce di scambio e vendendola agli acquirenti di turno.
Affermiamo, pertanto, l’urgenza di fermare lo sfruttamento geotermico industriale e la necessità di elaborare proposte e progetti locali per costruire un modello economico sano e durevole partendo proprio dalla valorizzazione delle sue risorse . I mutamenti climatici ci devono indurre ad un nuovo rapporto con l’acqua, l’aria e la terra all’interno dei quali la MONTAGNA avrà un ruolo sempre più importante. Creare un’economia della montagna vuol dire ripartire da ciò che l’Amiata e’ . Il turismo dovrà essere l’elemento determinante per lo sviluppo economico, un turismo responsabile, legato ad un ambiente salubre, ad una gestione attenta dei boschi e dei sentieri ; un turismo sportivo , termale che comprenda le 4 stagioni , del benessere , della spiritualità , dei cammini . Favorire il turismo legato alla storia ,all’arte,alla valorizzazione dei borghi medievali ,del paesaggio anch’esso considerato come valore economico . Dovrà essere rafforzata l’ agricoltura montana che valorizzi l’agrobiodiversità , le coltivazioni tipiche, che promuova l’enogastronomia. Sostenere le piccole e medie attività artigianali, le realtà economiche esistenti ,il commercio , i servizi. Il comprensorio del M.Amiata ha in sé tutte le caratteristiche per sviluppare una economia solida e durevole , non ristretta ad una monocultura già sperimentata della quale si conoscono i rischi ed i limiti.