Ogni autunno, mi ritrovo a passeggiare per Trassilico, il paesino da cui proviene parte della mia famiglia. Preferisco quelle giornate un po' grigie, meglio se pioviggina. Camminare nei boschi, magari nei pressi di un metato acceso, uno dei pochi rimasti, mi riporta in una connessione profonda con i miei avi. Su queste montagne hanno vissuto per millenni, senza distruggerle, anzi, compiendo atti profondi di amore, plasmando un paesaggio unico, ricco di meravigliosi borghi murati di crinale e molto altro. Ogni passo in un castagneto è ricco di storia e di amore, ogni albero ha sostentato generazioni.
Per questo, anni fa, ho deciso di fondare "Salviamo le Apuane". Non solo per evitare la distruzione da parte di un'economia fuori controllo, ma soprattutto per prevenire la desertificazione e la distruzione totale della nostra cultura millenaria. Gli autunni non sono più quelli di quando ero bambino; ora sono miti estati, ma nonostante tutto sento forte in me la relazione con i nostri avi. Garfagnini solidi e forti, ma dalle menti fini e geniali, ai quali, in questo mio passaggio terreno, sento di dover rendere merito, non annichilendomi in questa omologazione globalizzante che ci sta confinando e colonizzando.
I Nativi siamo noi.
Ogni passo tra i castagneti, ogni respiro nell'aria umida e carica di storia, mi lega a loro. In quei metati accesi, vedo riflessi i volti dei miei antenati, il loro sudore e la loro dedizione. Passeggiare in questi luoghi, con la pioggia che cade leggera, è come ascoltare una sinfonia antica, un richiamo che risuona nel profondo del mio essere. Le montagne ci hanno cresciuti, nutrito e insegnato il valore del rispetto per la natura e per la nostra identità.
In questo mondo in rapida trasformazione, sento il dovere di proteggere questi luoghi sacri e la cultura che rappresentano. Non possiamo permettere che la nostra eredità venga spazzata via. Il legame con le nostre radici è la nostra forza, il nostro orgoglio, il nostro destino.